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L’EURASIA PRIMA DI TUTTO
Manifesto del movimento eurasista
Nella nostra società russa particolarmente nella
sfera sociale e politica in questo principio del nuovo millennio si avverte
una dolorosa carenza di idee. La maggioranza delle persone inclusi
amministratori, politici, scienziati, lavoratori vengono guidate, nella vita
come nelle scelte sociali, da un insieme di fattori temporanei, preoccupazioni
casuali, richiami transitori ed effimeri. Stiamo rapidamente perdendo qualsiasi
rappresentazione generale del senso della vita, della logica della storia, dei
problemi dell'uomo, del destino del mondo. La scelta esistenziale e sociale
è stata sostituita dall'advertising aggressivo. In luogo di una
sensata ed esauriente ideologia politica troviamo una efficiente (o
inefficiente) attività di PR. L'esito della battaglia di idee è
definito dal volume di investimenti in entertainment shows. Drammatici
scontri fra popoli, culture e religioni sono trasformati in spettacoli ispirati
da corporations transnazionali e holding petrolifere. Sangue,
vita, spirito umano divengono astrazioni statistiche, spese di consumo, nel
migliore dei casi demagogiche figure di discorso all'interno di dolciastre ed
ambigue lamentele umanitarie, dietro cui si cela un doppio metro di
valore.
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Risultati della Conferenza Politica del 1-3-2002
Il 1 marzo 2002 si e tenuto il Consiglio Politico allargato del Movimento Politico Sociale Panrusso EURASIA, durante il quale e stata approvata ai voti la trasformazione del Movimento nel Partito EURASIA. Il Congresso Costituente del Partito EURASIA si terra il 30 maggio del corrente anno.
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Le rondini dell'apocalisse
Quanto è avvenuto negli USA l'11.9.2001 cambia il
corso della storia mondiale. Come dopo l'attentato di Gavril Prinzip a Sarajevo
o dopo l'invasione dei nazisti in Cecoslovacchia, il cammino
dell'umanità improvvisamente devia da quel tracciato che solo fino a
ieri pareva stabile. Oggi come mai la cosa più importante è
comprendere: cosa è realmente accaduto?
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La pace ad ogni costo
Il principale compito strategico degli USA in questa
situazione è ribadire con chiarezza agli occhi della comunità
mondiale la propria condizione di «leader», che si appropria il diritto di
violare ogni norma internazionale e la sovranità statale di quei paesi
che ostacolano gli interessi nazionali degli USA. Gli USA esigono pieno
sostegno alla propria iniziativa da parte di tutti gli stati del mondo
(particolarmente in Eurasia). L'offerta di tale sostegno verrà valutata
quale riconoscimento del mondo unipolare, mentre il suo rifiuto come
una sfida diretta lanciata agli USA. Respingere la totalità delle
richieste americane viene valutato dal governo USA come una «dichiarazione di
guerra» e come «sostegno al terrorismo internazionale». Senza
approfondire la questione dei veri esecutori degli attentati, occorre affermare
senza mezzi termini: gli USA cercano di sfruttare la tragedia occorsa nel loro
avido interesse e, sull'onda della solidarietà internazionale,
dell'emozione e della compassione umana, erigere e consolidare il «nuovo ordine
mondiale» strategico, insieme con la loro formale supremazia strategica,
ideologica e politica all'interno di esso.
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